Tuesday, March 1, 2016

Non solo il Dodo: la lista nera degli uccelli estinti di Mauritius

Il Dodo, quel parente stretto dei piccioni dal grosso becco e alto fino ad un metro, è uno dei più famosi casi di estinzione della storia, tanto da essere stato inserito, assieme ai Mammut, in diverse liste di potenziali animali "resuscitati" dall'estinzione grazie alle tecniche sperimentali di ingegneria genetica.
Non a caso, proprio in un film con protagonista un Mammut e i suoi compari preistorici, la scomparsa del Dodo viene ironicamente narrata, assieme alla presunta stupidità (smentita), dell'uccello.
La clip è inserita nell'Era Glaciale:


L'estinzione del Dodo è la più famosa ed una delle più veloci, ma non certo l'unica tra quelle avvenute a Mauritius, isola dell'Oceano Indiano meridionale.

Qui, dove convivono influenze culturali inglesi, francesi, indiane e africane, arrivano svariate migliaia di viaggiatori ogni anno per godersi uno dei più noti paradisi tropicali della terra. C'è chi si interessa alle spiagge e chi al meno noto entroterra, dalle cui alture si può lanciare lo sguardo sulle montagne e le colline, le città costiere come la capitale Port Louis che rievocano l'atmosfera coloniale e l'oceano blu, i verdi campi di canna da zucchero e, di un verde più scuro, le ultime foreste rimaste.

Il tutto è suggestivo, ma molto diverso da come doveva apparire a inizio '600, quando i primi abitanti si stabilirono qui. Prima, le forme delle navi si potevano solo intravedere sfumate nel torrido orizzonte dell'Oceano, ora attraccavano, liberando animali domestici, ratti e soprattutto uomini. Al brulicare dell'avifauna, al ticchettio della pioggia e al soffio del vento, i principali suoni di un'isola lussureggiante ma disabitata, si aggiunsero il crepitare del fuoco, il crollo degli alberi e soprattutto le migliaia di voci divise nelle decine di lingue di marinai, prigionieri, cercatori di fortuna, missionari e pirati.

Il fascino che ha oggi Mauritius, insomma, è diverso da quello che c'era 400 anni fa, e che in pochi decenni cambiò del tutto.

La vista sull'entroterra di Mauritius (Fonte)

Alla caccia dei marinai e dei primi coloni-esploratori, si unirono la deforestazione le specie invasive, soprattutto cani, gatti, maiali, ratti e perfino macachi, che furono introdotti e si fecero scorpacciate di uova e di ingenui uccelli. Ingenui perchè, come per altre specie in altri luoghi del mondo, non temevano l'uomo, mai visto e ritenuto innocuo. Rappresentativi non solo gli esempi del Dodo e delle Oche di Mauritius, che erano solite riunirsi in gruppi e non fuggivano nemmeno quando i cacciatori iniziavano a sparare contro di loro, ma soprattutto quello del Parrocchetto Grigio di Mauritius e Riunione, un pappagallo estinto nel '700, particolarmente facile da cacciare: bastava prenderne uno perchè esso attirasse tutto il resto dello stormo, che finiva così in trappola.

Illustrazione della caccia al pappagallo
Ad arricchire la lista nera, oltre al Dodo, alle Oche di Mauritius e al Parrocchetto Grigio, c'è anche il Piccione Blu di Mauritius, col caratteristico e folto piumaggio bianco attorno al collo, il corpo bluastro che gli da il nome e la coda rossa: l'alternanza di questi tre colori lo ha anche reso noto come "piccione olandese".

Piccione blu di Mauritius imbalsamato (Fonte)
E la lista non finisce qui: un airone, un'alzavola (simile alle anatre), una civetta, un pappagallo dalla caratteristica cresta di piume sul volto (il pappagallo a becco grosso) e una folaga, un uccello acquatico con le carni dal cattivo sapore, insufficienti a salvarlo: intere popolazioni furono completamente sterminate in due anni.

La scomparsa della vecchia Mauritius portò con sè tutte queste specie (solo di uccelli), di cui oggi possiamo ipotizzare l'aspetto e il comportamento solo sulla base di descrizioni, fossili, e pochissimi esemplari imbalsamati.
Se la scienza può però ancora dire qualcosa su di loro, quantomeno per ricordarci che non dovremmo permettere simili disastri per altre specie, la cultura è abbastanza ingenerosa. Infatti, a parte la rappresentazione del Dodo nelle rupie di Mauritius e nello stemma nazionale, tutto ciò che rimane di questi uccelli è un detto diffuso nella lingua inglese: "to go the way of Dodo", letteralmente "andare per la strada del Dodo", cioè diventare antiquato, vecchio, essere messo da parte...in altre parole, estinguersi.


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