Passa la sua vita nelle acque di un gelido mare che circonda isole impervie e quasi disabitate, emerge solo per pochi secondi prima di scomparire di nuovo e possiede un lungo dente, spesso noto anche come corno o zanna, di cui non è nota l'origine nè, fino in fondo, l'utilità: non c'è da stupirsi che il narvalo sia un animale misterioso e su cui è facile trovare leggende, e fraintendimenti, molto interessanti.
|
Alcuni maschi emergono dall'acqua |
Il dente del narvalo
La caratteristica più evidente di questi cetacei dei mari del Nord è sicuramente il lungo dente (perchè, a dispetto della sua apparenza, è proprio un dente) che cresce nella maggioranza dei maschi e talvolta anche nelle femmine.
La sua funzione, che spesso si è creduta essere legata alla riproduzione (sia per competere fra maschi che per attirare femmine), è stata forse svelata con uno studio del 2014. Il dente, che non è impermeabile all'acqua, servirebbe al narvalo per percepire le differenze di temperatura, salinità e altri composti, comprese quelle utili alla nutrizione, nell'acqua. Un'adattamento insolito ma utile, specialmente se permette perfino di trovare femmine disponibili alla riproduzione "odorando" le sostanza emesse.
Una leggenda degli Inuit, i popoli che abitano la Groenlandia e i territori settentrionali di Canada e Alaska, fa risalire il lungo dente alla storia di una donna che annegò nel tentativo, vano, di catturare uno di questi animali, e la cui lunga treccia di capelli diventò la famosa appendice del narvalo. Talmente famosa che, nel romanzo di Jules Verne "
Venti mila leghe sotto i mari", le navi attaccate dal sottomarino Nautilus credevano di avere a che fare con un enorme e aggressivo narvalo in guerra contro l'umanità, più o meno come il leggendario Moby Dick nell'omonima opera di Melville.
|
Denti di narvalo. Il più lungo mai trovato raggiungeva i 267 cm di lunghezza (Fonte) |
Nel corso del tempo, la credenza nell'esistenza degli unicorni, diffusa anche tra molti nobili, permise ai più astuti, di spacciare il dente del narvalo per il corno del leggendario e magico animale, tanto che il valore di un solo pezzo, nel '500, poteva valere l'equivalente di un castello in Inghilterra. Tutt'oggi un dente può superare il prezzo di 1000 dollari: dopotutto, è pur sempre fatto di avorio, lo stesso pregiato materiale la cui ricerca, in particolare dall'Asia, finanzia lo sterminio dei rinoceronti e degli elefanti in Africa.
La caccia al narvalo
Noto come
tuugalik nella lingua Inuit, il narvalo ha sostenuto per molti secoli le isolate comunità di cacciatori e le loro culture.
|
Cacciatore Inuit |
Cacciare il narvalo è tutto fuorché facile: deve essere colpito nei brevi istanti in cui emerge per respirare, nella sua spina dorsale o nel cervello. Se così accade, l'animale muore ma galleggia grazie ai polmoni pieni d'aria, quanto basta per permettere al cacciatore di recuperarlo: in caso contrario, se viene colpito quando ancora non ha inspirato completamente, esso può morire subito, ma affondare, mancandogli l'aria nei polmoni, oppure sopravvivere e sfuggire.
|
Il Greenlander Roll (Fonte) |
Questa caccia, già di per sè difficile, viene praticata quasi ovunque grazie ai fucili di precisione, ma nella regione di Qaanaaq, l'estremo nord-ovest della Groenlandia, la tradizionale tecnica che utilizza il lancio dell'arpione dal kayak del cacciatore è ancora diffusa. Oltre alla minor precisione, questa tecnica mette anche in pericolo, per via del gelido mare mosso e dei narvali stessi, il cacciatore, che infatti fin dalla tenera età usa pelliccie protettive, rema silenziosamente per non indispettire i narvali e impara il "
Greenlander Roll", ovvero a rovesciarsi a testa in giù col suo kayak, per poi raddrizzarsi, in modo da essere pronto a qualsiasi evenienza.
No comments:
Post a Comment
Che ne pensi? Lascia un commento! PLEASE DON'T POST SPAM.