E di questo coraggio, i popoli del Pacifico sono tra i più grandi ambasciatori: dotati solo di conoscenze tramandate oralmente e canoe artigianali, gli antichi Melanesiani, Micronesiani e Polinesiani hanno raggiunto quasi tutte le 30 000 isole del Pacifico, superando tempeste e sterminati chilometri di mare, raggiungendo forse l'America del Sud e l'Antartide (una leggenda Maori racconta che un certo Ui Te Rangiora, attorno al 700 d.C., guidò una canoa da guerra a Sud fino a un luogo dove il mare era ghiacciato) e scrivendo uno dei capitoli più incredibili nella storia dell'umanità.
Canoa Hawaiiana originale. Disegno di Herb Kawainui Kane |
I veri navigatori erano persone di grande influenza nelle antiche società del Sud Pacifico. Si riteneva che essi potessero controllare il mare e il tempo metereologico, che potessero curare gli uomini e che fossero in diretto contatto con gli dei. Navigare non era solo svago o necessità, era un'arte.
E come tutte le arti, non era casuale: i navigatori conoscevano bene le onde, i colori del cielo, i movimenti dei banchi di nuvole e ancor di più le costellazioni, e per orientarsi sfruttavano anche le migrazioni degli uccelli. Si è ipotizzato ad esempio che tenessero con loro durante i viaggi le Fregate, che li avrebbero aiutati a individuare la terra, o che seguissero le migrazioni del Piviere dorato del Pacifico per raggiungere le Hawaii da Tahiti, o le migrazioni di un cuculo, l'Urodynamis Taitensis, per raggiungere la Nuova Zelanda dalle Isole Cook.
Canoa con bilanciere |
Le canoe, unico mezzo materiale delle esplorazioni, sono uno dei capisaldi della cultura dei popoli del Pacifico. O forse, ne sono addirittura l'origine: chi può dire se la Polinesia che conosciamo oggi sarebbe nata lo stesso, se i navigatori dell'Asia non si fossero avventurati nell'oceano con le loro canoe?
La tipica canoa dei popoli dell'Oceania, nota come Va'a in Tahitiano e Samoano, Wa'a in Hawaiiano e Vaka nella lingua delle Isole Cook (il termine waka da cui sono discesi questi è di origine malese) è dotata di un bilanciere, un componente esterno allo scafo della barca che è collegato ad essa per aumentarne la stabilità. Anche questo, come il termine con cui la canoa è indicata, ha origine negli arcipelaghi dell'Indonesia, dove i popoli Austronesiani, da cui sono discesi tra gli altri Malesi, Aborigeni e Polinesiani, furono i primi a farne uso.
Tartaruga scolpita sulla canoa di Anaweka |
Oggi le conoscenze tradizionali sulla navigazione, nonostante l'influenza del mondo moderno e la perdita di molte tradizioni, sono ancora vive, specialmente negli atolli più isolati o nelle nazioni che intraprendono programmi per salvare il proprio patrimonio culturale.
Negli ultimi decenni, la sapienza di navigatori leggendari come il Micronesiano Mai Piailug ha contribuito a salvare molte delle tradizionali tecniche di viaggio, e nuove imbarcazioni basate sulle canoe originali, come la Hokule'a e la Alingano Maisu, che ha attraversato senza alcuna strumentazione il Pacifico nel 2007, hanno mantenuto viva l'arte della navigazione, emblema delle culture del Pacifico.
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