Il quarto tour virtuale di Rive d'Oceania avrà quindi come meta l'isola di Rarotonga, la più grande dell'arcipelago delle Cook.
Spiaggia di Muri all'alba, Sud-est di Rarotonga (FONTE) |
N.B.: Come sempre, ribadisco che le fotografie non sono di mia proprietà, e inoltre l'articolo non è basato su ciò che ho visto personalmente (non sono mai stato in Oceania) ma è una rielaborazione di tutti i racconti di viaggio di turisti e reporter, dei documentari e degli articoli di giornali e blog inerenti alle località che verranno trattate.
Il tutto vuole rappresentare i luoghi nel modo più veritiero e obiettivo possibile, senza pretese di completezza totale, ma con il semplice scopo di farne un ritratto adatto a chi cerca informazioni per necessità o per curiosità.
Buona lettura.
Rarotonga, cuore della cultura e della popolazione delle Isole Cook, è un'isola vulcanica al contempo selvaggia e adattata ai turisti, dominata da un altopiano montagnoso che non viene attraversato da nessuna strada asfaltata e cinta da una straordinaria barriera corallina che circonda le sue coste basse, dove si possono trovare spiagge sabbiose, ma anche occasionali formazioni rocciose e residue foreste di mangrovie.
Il nostro tour inizia come sempre dall'aeroporto. Dall'aereo, Rarotonga si annuncia a noi viaggiatori come una formazione di forma all'incirca ellittica, con monti spigolosi ricoperti dalla foresta pluviale e circondata da un anello azzurro, al quale ci avvicineremo sempre di più. L'aeroporto di Rarotonga è situato infatti lungo la costa, proprio accanto alla barriera corallina dove già molti di noi sogneranno di fare immersioni.
L'arrivo all'aeroporto (FONTE) |
Usciti dall'aeroporto, seguiamo l'Ara Tapu (o Main Road), la strada che costeggia tutta l'isola attraversando le zone più vivaci e frequentate di Rarotonga. Qui ci troviamo di fronte a quella che una guida turistica ha una volta definito "la più difficile decisione da prendere a Rarotonga": se fare il giro dell'isola in senso orario o anti-orario. In questo nostro tour a spasso per la spensierata Rarotonga, percorreremo l'Ara Tapu in senso orario.
L'Ara Tapu poco dopo l'aeroporto, direzione Avarua (FONTE) |
Oggi rimane poco della pavimentazione originale e la maggior parte della gente utilizza l'Ara Tapu per spostarsi a Rarotonga, ma nel nostro tour virtuale avremo anche la possibilità di incontrare gli ultimi tratti protetti dell'Ara Metua e anche l'Arai Te Tonga, uno dei luoghi sacri situati lungo questa strada.
Arriviamo seguendo l'Ara Tapu ad Avarua (nel Maori delle Cook "i due porti"), che essendo in Polinesia non può che essere un posto tranquillo dove sembra che non succeda mai nulla di importante: comunque, nonostante le dimensioni e il tempo che non pare scorrere, Avarua offre delle ottime attrattive.
Il porto (FONTE) |
Collane di fiori al Punanga Nui (FONTE) |
Il museo, ora situato qui, era una volta ospitato in un autobus |
Ci lasciamo ora alle spalle Avarua, questo piccolo centro costellato di piccole chiese bianche e stretto tra la foresta e l'Oceano, seguendo l'Ara Tapu in direzione est.
Attraversemo così campi di frutti tropicali, caffè, agrumi e piantagioni di palme da cocco, e, dopo 2 chilometri, abbandoneremo un attimo la costa per visitare uno dei siti archeologici che la storia isolana ci può offrire: è l'Arai Te Tonga, una delle marae di Rarotonga.
Marae è un termine piuttosto comune tra le isole della Polinesia per indicare degli edifici che possono avere scopo cerimoniale o anche, semplicemente, per indicare le case. In questo caso, ci riferiamo ad un santuario dove venivano nominati gli ariki, i grandi capifamiglia che si spartivano il potere a Rarotonga: secondo le leggende locali, il santuario di Arai Te Tonga fu costruito circa 750 anni fa da popolazioni di origini Tongane, per poi passare sotto il controllo delle famiglie di discendenza Samoana. Di questo sito archeologico non rimane molto: la tau makeva, un monolite alto 2 metri, e rimasugli delle piattaforme e degli altari di basalto dove, oltre alle cerimonie, si è anche ipotizzato venissero compiuti sacrifici umani.
Arai Te Tonga (FONTE) |
Pochi chilometri a sud troveremo quella che è probabilmente la zona più paradisiaca di quella che è già di per sè un'isola-paradiso: è la laguna di Muri, all'estremità sud-orientale di Rarotonga. Qui sarà possibile nuotare, praticare attività come il windsurf e il surf, organizzare giri in canoa e osservare la fauna marina (protetta).
La laguna (FONTE) |
Parte nord della spiaggia di Muri (FONTE) |
Il cielo si specchia sulla laguna dopo l'alba (FONTE) |
Da qui è bene cogliere l'opportunità di una scampagnata nell'interno selvaggio dell'isola, tra quelle che i locali chiamano "montagne nebbiose".
Rarotonga, a fronte delle sue spiagge aperte e luminose, ha ancora un cuore misterioso e in parte incontaminato, nel quale ci possiamo addentrare seguendo il "Cross Island Trek", una strada che collega Avarua con l'estremo sud di Rarotonga, riducendosi in alcuni luoghi ad un impervio sentiero che incrocia alberi secolari, torrenti e cascate. Qui si possono trovare decine di specie di piante diverse, come felci, orchidee e anche il tiare, il fiore nazionale delle Isole Cook e della Polinesia Francese, distinguibile per il suo colore bianco ed il suo intenso profumo. La fauna della foresta, di cui potete sapere qualcosa in più QUI (e che nel futuro sarà approfondita con altri articoli), ha attraversato periodi difficili ma è ora in ripresa.
Altra attrazione dell'entroterra è il Te Rua Manga, detto anche "The Needle" (l'ago), il monte più alto di Rarotonga, chiamato così per la sua cima rocciosa e appuntita. Dai pressi del Te Rua Manga è inoltre possibile godersi spettacolari viste sull'Oceano guardando verso nord.
Cascata Wigmore, Rarotonga Meridionale (FONTE) |
La vista sull'Oceano dall'interno di Rarotonga (FONTE) |
Ed eccoci così al termine del nostro tour di Rarotonga, la più grande isola dell'arcipelago delle Cook.
Se volete sapere qualcosa in più sulla fauna dell'isola (ed in genere delle Cook), cliccate QUI, e rimanete sintonizzati su Rive d'Oceania.
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