Il fiume Sepik nel suo tratto finale (Fonte) |
Al suo valore ambientale, il bacino di questo corso d'acqua, il secondo per lunghezza della Papua Nuova Guinea dopo il Fly, unisce un grande valore culturale, conservato dagli indigeni che abitano sulle sponde del fiume in piccoli villaggi soffocati dalla vegetazione, quasi ognuno con una sua lingua distinta e sue peculiarità.
Il bacino del Sepik |
Al naturale timore di fronte ad un essere di tale forza e pericolosità, gli indigeni uniscono anche un'ammirazione ed un rispetto che rappresenta uno dei tratti culturali più interessanti, poichè esso si traduce non solo in culto, ma talvolta in emulazione, nell'arte e perfino nel fisico, del mitico rettile.
Il rapporto tra uomini e coccodrilli e le leggende
Il coccodrillo è una presenza costante nelle sculture in legno che gli indigeni vendono ai pochi avventurieri che si recano in questa zona semi-sconosciuta del mondo. Ma anche nelle canoe e in molti altri oggetti della vita quotidiana, la sua sagoma ricorda che qui uomini e coccodrilli sembrano essere una cosa sola.
Canoe con la prua a forma di coccodrillo (Fonte) |
Un giorno, infatti, un uomo che vagava con la sua canoa nel fiume, dopo essersi tuffato in acqua, fu trascinato a fondo da un coccodrillo che lo tenne con sè per un mese, insegnando nel frattempo al malcapitato i principi della caccia, dell'agricoltura e forse perfino degli attuali culti religiosi.
Poi lo lasciò libero di andare con il compito di divulgare ai suoi simili la sapienza ricevuta, trasformandolo così da malcapitato a "messaggero" di un animale che quindi assume quasi le caratteristiche di una divinità.
Scultura indigena: dalla bocca dell'uomo esce un coccodrillo (Fonte) |
I Kaningara: gli "uomini-coccodrillo"
Un rituale tutt'ora diffuso che avviene presso la tribù dei Kaningara, che vivono lungo un affluente del Sepik di nome Blackwater (per via delle acque scure dovute al tannino delle piante), è uno degli esempi più estremi di emulazione del mondo animale, a profondo significato spirituale, che conosciamo oggi.
Questo rito, riservato agli uomini, prevede il taglio volontario, e spesso piuttosto profondo, della pelle in numerosi (400-450) tratti lungo petto, addome, spalle e schiena: questi, con apposita cicatrizzazione, produrranno poi una cute che al tatto e alla vista ricorderà la schiena dei coccodrilli.
Il rituale (Fonte) |
E non solo: in una società patriarcale come quella papuana, il rito punta a sostituire alla donna la forza del coccodrillo, simboleggata dalle cicatrici: esse infatti si sostituiscono alla pelle, che si ritiene essere ancora sporca del sangue del parto.
Il prodotto finale (Fonte) |
E il tutto, infine, non è nemmeno gratis: i rituali, che si tengono ogni 4 o 5 anni, costano molto alle povere famiglie del luogo, che tuttavia non rinunciano a risparmiare per poter spedire nelle Spirit Houses, e poi al rito del taglio della pelle, i propri figli maschi: il dolore è passeggero, l'appartenenza ad una tribù e la forza del vero uomo, invece, valgono per sempre.
Alba sul Sepik (Fonte) |
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