La baia dove un tempo sorgeva Lelu (FONTE) |
Per mettere a punto un centro che doveva proteggere la classe dirigente, sopravvivere alle intemperie e dimostrare la forza e il potere dell'isola, si stima che le poche migliaia di abitanti di Kosrae lavorarono ininterrottamente almeno dal 1200 fino alla data di conclusione, attorno al 1400. Nel 1800, all'arrivo degli europei, Lelu era ancora abitata e i suoi pilastri megalitici, insieme a tutte le altre costruzioni, stupirono non poco gli esploratori bianchi.
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Molti dei pilastri che costituiscono le fondamenta degli edifici e delle strade sono composti di piccoli pezzi di forma uguale, impilati uno sopra l'altro nel mezzo del mare, fino a costituire il pavimento solido di Lelu.
"Magia", dicono gli abitanti dell'isola, quando qualcuno chiede come gli antichi abitanti di Kosrae abbiano potuto portare a termine un capolavoro dell'ingegneria di questo livello. E la sensazione di magia continua a permeare questo posto, visto che gli isolani ritengono sia protetto dagli spiriti degli antenati. Nota è ad esempio la storia di uno di questi spiriti, Ninamata Fatiti. Quando i giapponesi sganciarono le loro bombe su Kosrae durante la seconda guerra mondiale, decine e decine esplosero sulla superficie dell'isola, ma nessuna esplose mai su Lelu, dove, invece, sono stati trovati e messi in sicurezza ben sei ordigni inesplosi. Le voci, sull'isola, affermano che Ninamata Fatiti ha protetto le tombe degli antenati dalla malvagità degli uomini.
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Dall'800 in poi, due secoli di abbandono e declino, uniti all'azione della natura, hanno gravemente danneggiato lo stato della città, e non si può apprezzare più l'antica Lelu in tutto il suo splendore. Ma le rovine della città che emergono dal sottobosco, le sagome delle ultime piramidi e le leggende su questa città della Micronesia sono destinate a rimanere qui ancora per molto tempo.
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