Ciao, e grazie mille per aver dedicato un po' del vostro tempo a Rive d'Oceania.
Iniziamo dal posto dove vi trovate ora, Coron: com'è?
Ivana: Coron è meravigliosa. Ci sono 30°C tutto il giorno, anche in acqua. Immergersi qui è un'esperienza magica, stiamo prendendo il brevetto Dive Master, anche se più stancante di quello che si potrebbe pensare.
Immersione nel lago Barracuda, Coron, Filippine |
Immersione vicino all'East Tangat, relitto nei pressi di Coron |
Non deve essere stato l'unico posto magnifico che avete potuto visitare nel vostro viaggio: qual è l'esperienza che più vi è rimasta impressa?Lola: Per me l'esperienza migliore è stata la nostra visita alle terrazze Longji (stato del Guangxi, Cina del Sud). Siamo salite con uno zaino di 13 kili sulle spalle, ma il tramonto che abbiamo visto dalle colline è stato qualcosa di indimenticabile.
Ivana: Tra tutte le esperienze che ci hanno colpito, credo che Rainbow Beach, in Australia, sia stata in assoluto quella più difficile da scordare. Oltre all'acqua turchese del mare, ricordo che la duna dove abbiamo camminato aveva una moltitudine di colori: andava dal grigio al rosso, passando per il bianco, il nero e anche il marrone. Ad esempio, le nostre orme avevano un colore diverso rispetto a quello della sabbia circostante. Non ci aspettavamo davvero tanta bellezza.
Ci sono stati dei momenti difficili nel vostro viaggio?
Ivana: Molti, ad esempio, il primo impatto con la cucina asiatica, che è completamente diversa dalla nostra, è stato molto complicato. Ad un certo punto ho anche pensato di essere stata contagiata dalla Dengue (malattia infettiva tropicale portata da una zanzara) ma per fortuna la mia si rivelò una semplice febbre di 24 ore.
E com’è stata la vostra esperienza in Myanmar? Come vi è sembrato il paese sotto il regime militare?
Ivana: Il Myanmar non è un paese facile, anche se questo non fa che aumentare il suo fascino.
Abbiamo notato che la cultura ha forti influenze indiane, la gente vive alla giornata e purtroppo c’è molto poco rispetto per gli animali, soprattutto i cani randagi.
Lola: Ci è dispiaciuto vedere città davvero magnifiche come Bagan cadere a pezzi, nonostante i prezzi, a volte anche piuttosto alti, che il governo impone per visitare i siti archeologici.
È anche vietato il couchsurfing, perché il regime vuole che i turisti soggiornino in specifici hotel, che pagano tra l’altro l’80 % di tasse, e quindi anche essere ospitati dai monaci buddisti, come abbiamo fatto noi per 5 giorni, è di fatto illecito. Noi comunque abbiamo trovato davvero un’accoglienza straordinaria dai monaci, nonostante le intimidazioni del governo.
Comunque, siamo rimaste molto rimaste impressionate e stupite dalla bellezza delle stupe giganti, dei templi meravigliosi, dei monasteri più nascosti, delle risaie infinite, delle montagne profumate di bosco, dei villaggi unici, della natura e dei luoghi ancora non contaminati dal turismo. Un paese da visitare per almeno un mese una volta nella vita.
Passiamo ora alle Isole Fiji, di cui si occupa questo blog: innanzitutto, cosa vi ha portato in questo arcipelago?
Ivana: abbiamo pensato che per noi le Fiji fossero una "vacanza" all'interno del viaggio. Dopo aver percorso l'Australia e la Nuova Zelanda in macchina, avevamo bisogno di una settimana fatta solo di mare e relax, e subito abbiamo pensato a queste isole.
Che luoghi delle Fiji avete visitato?
Ivana: Siamo arrivate all'aeroporto di Nadi, una città turistica (isola di Viti Levu), dove avevamo un contatto con una ragazza locale tramite couchsurfing e poi abbiamo preso un traghetto per la vicina isola di Mana. Lì le immersioni erano stupende: la barriera corallina aveva sfumature che non avevamo mai visto, e abbiamo nuotato al fianco di tartarughe, pesci di tutti i colori e anche diversi squali.
L'isola era molto piccola, alla scuola, dove abbiamo fatto del volontariato, c'erano in totale 12 bambini, ma era un posto molto accogliente.
Lola durante il volontariato a Mana Island |
Cosa vi ha colpito in positivo delle isole e degli abitanti?
Lola: Credo che la cosa più bella della cultura Fijiana, e l'abbiamo potuto sperimentare a Mana, sia l'ospitalità. Abbiamo bevuto con gli abitanti dell'isola la Kava (bevanda ricavata dalla radice della pianta Pyper Mesthyticum, diffusa in tutto il Pacifico e, insieme alla birra, bevanda più popolare delle Fiji), assistito ai loro balli e ci siamo davvero sentite parte di una famiglia. Sono davvero persone bellissime e genuine.
Preparazione della Kava, Mana |
Lola: Noi consigliamo di prendere un volo per l'aeroporto di Nadi, o di Suva, e di organizzarsi il viaggio una volta arrivati sulle isole. Oltre a tutte le persone che assalgono letteralmente i turisti per vendere i loro servizi, ci sono decine di agenzie di viaggi con cui ci si può organizzare liberamente, stabilendo su quali resort alloggiare (tutte le strutture turistiche a Fiji si chiamano resort, anche se alcune sono più ostelli), quali isole visitare e in quanti giorni.
Consigliamo anche di portarsi soldi in contanti per la mancanza di bancomat e bottiglie d'acqua potabile.
Se ripensate al vostro viaggio, a chi consigliereste un'esperienza del genere?
Ivana: Consigliamo questa esperienza assolutamente a chiunque. Il viaggio rappresenta comunque la possibilità di vivere esperienze che rimanendo sul divano non avrai mai la possibilità di vivere.
Migliori la tua conoscenza delle lingue, delle culture e delle diverse mentalità e anche dalle esperienze negative che affronterai avrai comunque la possibilità di tirare fuori qualcosa di buono. E in più, serve davvero poco: solo il coraggio di mollare tutto per un po' di tempo e di partire. Economicamente, ci si può arrangiare come facciamo noi, lavorando in cambio di alloggio o semplicemente come volontarie, cercandosi appoggi per la notte tramite il sito couchsurfing, e il tutto ti permette di entrare a contatto ancora di più con le persone che incontrerai.
Dove eravate state prima di questo vostro viaggio?
Lola: Ho già avuto la possibilità di viaggiare prima di questa avventura, sono stata 4 mesi con lo zaino sulle spalle in Sudamerica, quando avevo 22 anni. Ho vissuto un anno in Irlanda e uno in Messico per poi tornare per 8 anni in Italia lavorando con un posto fisso, ma alla fine ho sentito l'esigenza di cambiare la mia vita, o comunque di provare qualcosa di nuovo.
Ivana: Io sono partita per l'America quando avevo 18 anni, e ci sono rimasta fino a quando avevo 25 anni, alternando lo studio e il lavoro. Nonostante tutto avevo una situazione economica che mi permetteva di godermi diverse comodità. Ora però il viaggio mi ha totalmente cambiata, e con me sono cambiate le mie priorità: al contrario di quello che la società ci porta a credere, il "materiale" conta davvero poco. Adesso è l'incontro con le persone che davvero è importante per me.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Lola: Tra non molto penso di tornare in Italia dalla mia famiglia, per esempio vorrei vedere crescere mia nipote Lia che già mi chiama "Zia Lola". Spero comunque di poter trovare un posto di lavoro che mi permetta una certa elasticità.
Ivana: I miei progetti per il futuro non hanno molto a che vedere con l'Italia. Per il prossimo mese o mese e mezzo penso di rimanere qui a Coron, e poi di trovare un posto dove sia possibile completare il corso di istruttore per subacquei. Anche tornare in Cina per la terza volta mi piacerebbe, lavorando nell'insegnamento dell'inglese mentre cerco di imparare il cinese.
Un grande grazie a Lola e Ivana per aver condiviso con questo blog la loro esperienza. E ovviamente, un augurio di buon proseguimento a loro e a tutti coloro che si trovano in viaggio in giro per il mondo, sulle ali della libertà.
Se volete sapere più su di loro e sulla continuazione del loro viaggio, visitate il loro sito a questo indirizzo:
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