Istituito ufficialmente nel 1987, orgogliosamente il primo parco nazionale della Repubblica delle Fiji, è in lista dal 1999 per diventare un patrimonio dell'umanità UNESCO.
Il parco protegge le famose (perlomeno a Fiji) dune di Sigatoka e la vegetazione circostante, estentendosi su un totale di 650 ettari, comprendenti la foce del fiume Sigatoka e un tratto dell'incantevole Coral Coast, la lunga spiaggia meridionale dell'Isola di Viti Levu, circondata da magnifiche barriere coralline e ricca vegetazione.
Tramonto sulle dune |
Le dune, l'attrattiva principale, sono un prodotto congiunto dell'erosione avvenuta nel cuore selvaggio di Viti Levu, i cui sedimenti sono poi stati trasportati fino al mare dal corso del Sigatoka, e l'erosione dovuta all'azione dell'Oceano Pacifico. Modellate dal vento del mare, le dune variano in età da poche migliaia fino al milione di anni, passando da altezze di venti metri fino a oltre 60 m nella zona sudoccidentale del Parco Nazionale.
La vegetazione circostante questi giganti di sabbia include diverse piante endemiche delle Fiji, un'avifauna di 22 specie, tra cui 8 endemiche, diversi rettili e mammiferi come i pipistrelli della frutta.
Tra l'avifauna endemica si ricordano ad esempio l'astore delle Fiji (Accipiter Rufitorques), l'uccello canoro delle foreste di Fiji (Horornis Ruficapilla) e la rarissima Micenea dal petto arancione.
Esemplare di uccello canoro delle foreste |
Esemplare di astore delle Fiji |
A quanto si sa con certezza, infatti, i primi popoli a raggiungere le Fiji furono i navigatori Lapita, un popolo famoso per aver attraversato tutto il Pacifico in canoa, ma non vi è mai stata una certezza circa la data del loro arrivo e la portata della loro civiltà, perlomeno nei primi secoli.
Nel Parco Nazionale, grazie all'erosione naturale e agli scavi umani, sono venuti alla luce numerosi frammenti di ceramiche, alcuni strumenti in pietra e perfino resti umani, riconducibili alla presenza di un cimitero.
L'attribuzione ai navigatori Lapita di questi resti è confermata dalla data a cui sono state ricondotte le ceramiche (2500 a.C., proprio il periodo in cui si ipotizzava l'arrivo dei Lapita), dall'attitudine di questo popolo a lavorare terracotta e ceramiche, e anche alla tendenza ad utilizzare porti naturali come quello di questo parco nazionale come punti di approdo e di scalo,
Il limitato numero di decorazioni sulle ceramiche, tuttavia, ha permesso di concludere che il ramo Lapita che colonizzò le Fiji era diverso da quelli che raggiunsero Tonga o Samoa, dove le ceramiche sono particolarmente decorate.
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