Si dice in giro che Aitutaki, atollo appartenente alle Isole Cook, Polinesia centrale, possieda una delle lagune più spettacolari della Terra. Si dice anche che qui la cultura Polinesiana sia rimasta in maggioranza intatta dalle influenze esterne. Si dice anche che sia il posto perfetto per i viaggiatori che ricercano la vera purezza dei Mari del Sud, ma anche per le fortunate coppie in luna di miele che possono approdare sulle sue sponde. Si dice questo e molto altro, e allora è venuto il momento che anche Rive d'Oceania dedichi un articolo ad Aitutaki, nominato nel 2010 "Isola più bella del mondo" da Tony Wheeler, fondatore delle famose guide turistiche Lonely Planet.
Questo "tour" virtuale, come al solito, non pretende di riassumere e documentare tutto ciò che può essere detto su Aitutaki, soprattutto considerato che il suo autore, per il momento, non è mai stato sull'atollo. Unendo però documentazione sia italiana che inglese sull'isola, cercherà di presentare un ritratto il più possibile esauriente e soprattutto originale (nel senso che NON è stato copiato) e autentico, sicuramente sufficiente per chi vuole conoscere a grandi linee l'isola e per chi ci sta anche pensando come possibile meta futura.
Buona lettura...e buon viaggio virtuale.
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Sunday, November 2, 2014
Saturday, October 11, 2014
Bandiera delle Isole Cook: storia e significato
Articolo principale sulle Isole Cook
La bandiera che rappresenta le Isole Cook, territorio della Nuova Zelanda nel Pacifico del Sud, è composta dall'Union Jack tipica delle ex-colonie inglesi in alto a sinistra, con il resto dello sfondo blu. A destra, un cerchio di 15 stelle.
L'Union Jack simboleggia l'appartenenza passata, e presente, al mondo anglosassone e del Commonwealth.
Il blu è un simbolo dell'Oceano Pacifico e la natura tradizionalmente pacifica degli abitanti delle isole, i "Maori delle Cook", mentre le 15 stelle rappresentano le isole che compongono l'arcipelago: in ordine alfabetico, Aitu, Aitutaki, Manihiki, Manuae, Mangaia, Mauke, Mitiaro, Nassau, Palmerston, Pukapuka, Tongareva, Rakahanga, Rarotonga, Suwarrow e Takutea.
La bandiera che rappresenta le Isole Cook, territorio della Nuova Zelanda nel Pacifico del Sud, è composta dall'Union Jack tipica delle ex-colonie inglesi in alto a sinistra, con il resto dello sfondo blu. A destra, un cerchio di 15 stelle.
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| Bandiera delle Isole Cook |
L'Union Jack simboleggia l'appartenenza passata, e presente, al mondo anglosassone e del Commonwealth.
Il blu è un simbolo dell'Oceano Pacifico e la natura tradizionalmente pacifica degli abitanti delle isole, i "Maori delle Cook", mentre le 15 stelle rappresentano le isole che compongono l'arcipelago: in ordine alfabetico, Aitu, Aitutaki, Manihiki, Manuae, Mangaia, Mauke, Mitiaro, Nassau, Palmerston, Pukapuka, Tongareva, Rakahanga, Rarotonga, Suwarrow e Takutea.
Friday, September 5, 2014
A spasso per...Rarotonga, Isole Cook
Abbiamo visitato (virtualmente, ma questo è un dettaglio) l'atollo di Majuro (Isole Marshall) e le isole di Pohnpei (Stati Federati di Micronesia) e Espiritu Santo (Vanuatu).
Il quarto tour virtuale di Rive d'Oceania avrà quindi come meta l'isola di Rarotonga, la più grande dell'arcipelago delle Cook.
N.B.: Come sempre, ribadisco che le fotografie non sono di mia proprietà, e inoltre l'articolo non è basato su ciò che ho visto personalmente (non sono mai stato in Oceania) ma è una rielaborazione di tutti i racconti di viaggio di turisti e reporter, dei documentari e degli articoli di giornali e blog inerenti alle località che verranno trattate.
Il tutto vuole rappresentare i luoghi nel modo più veritiero e obiettivo possibile, senza pretese di completezza totale, ma con il semplice scopo di farne un ritratto adatto a chi cerca informazioni per necessità o per curiosità.
Buona lettura.
Rarotonga, cuore della cultura e della popolazione delle Isole Cook, è un'isola vulcanica al contempo selvaggia e adattata ai turisti, dominata da un altopiano montagnoso che non viene attraversato da nessuna strada asfaltata e cinta da una straordinaria barriera corallina che circonda le sue coste basse, dove si possono trovare spiagge sabbiose, ma anche occasionali formazioni rocciose e residue foreste di mangrovie.
Il quarto tour virtuale di Rive d'Oceania avrà quindi come meta l'isola di Rarotonga, la più grande dell'arcipelago delle Cook.
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| Spiaggia di Muri all'alba, Sud-est di Rarotonga (FONTE) |
N.B.: Come sempre, ribadisco che le fotografie non sono di mia proprietà, e inoltre l'articolo non è basato su ciò che ho visto personalmente (non sono mai stato in Oceania) ma è una rielaborazione di tutti i racconti di viaggio di turisti e reporter, dei documentari e degli articoli di giornali e blog inerenti alle località che verranno trattate.
Il tutto vuole rappresentare i luoghi nel modo più veritiero e obiettivo possibile, senza pretese di completezza totale, ma con il semplice scopo di farne un ritratto adatto a chi cerca informazioni per necessità o per curiosità.
Buona lettura.
Rarotonga, cuore della cultura e della popolazione delle Isole Cook, è un'isola vulcanica al contempo selvaggia e adattata ai turisti, dominata da un altopiano montagnoso che non viene attraversato da nessuna strada asfaltata e cinta da una straordinaria barriera corallina che circonda le sue coste basse, dove si possono trovare spiagge sabbiose, ma anche occasionali formazioni rocciose e residue foreste di mangrovie.
Saturday, August 16, 2014
Viaggio tra le comunità Polinesiane della Nuova Zelanda - Episodio 2: I pesci fuor d'acqua in prima fila
Dopo aver parlato delle comunità espatriate di Tuvalu, Tokelau e Kiribati, il cui articolo è leggibile QUI, ora vedremo le storie dei migranti delle altre isole della Polinesia, in particolare Samoa, Tonga, e Niue.
Niue, alla ricerca delle opportunità
Niue è una minuscola isola del Pacifico centro-meridionale, che dalla Nuova Zelanda dista quasi 3000 chilometri. Come in tante altre piccole isole del Pacifico, anche qui la popolazione sta diminuendo: 5000 abitanti negli anni '60, oggi Niue ne ospita circa 1400: ma all'estero, 24 000 Neozelandesi o Australiani possono vantare origine Niueana, e la tendenza a trasferirsi al di fuori della propria isoletta, a meno che Niue non incominci a offrire posti di lavoro nel turismo, non può che continuare.
Vedendo Niue, comunque un paradiso tropicale unico nel suo genere, l'origine di queste tendenze è ovvia: in poche decine di minuti di macchina si può compiere un intero giro dell'isola, costeggiando una spiaggia rocciosa dove è difficile che i resort prendano piede (una fortuna?) e attraversando villaggi dove il collante che tiene unita la comunità è rappresentato dalla chiesa e gli unici mestieri possibili sono il pescatore, il prete, l'insegnante, il medico di base o l'impiegato di un minuscolo ufficio dell'altrettanto minuscolo governo.
Per chiunque voglia qualcosa di diverso, le strade sono due: accettare lo status quo e rimanere sull'isola, o prendere il primo volo per la terra delle opportunità, la Nuova Zelanda.
Ma la terra delle opportunità, che prima per gli immigrati rappresentava una casa di cioccolato per aspiranti Hansel & Gretel, un miraggio per chi viaggia nel deserto, un mondo in perenne età dell'oro dove le opportunità crescono sugli alberi, rivela anche il suo lato più inaspettato e oscuro.
Niue, alla ricerca delle opportunità
Niue è una minuscola isola del Pacifico centro-meridionale, che dalla Nuova Zelanda dista quasi 3000 chilometri. Come in tante altre piccole isole del Pacifico, anche qui la popolazione sta diminuendo: 5000 abitanti negli anni '60, oggi Niue ne ospita circa 1400: ma all'estero, 24 000 Neozelandesi o Australiani possono vantare origine Niueana, e la tendenza a trasferirsi al di fuori della propria isoletta, a meno che Niue non incominci a offrire posti di lavoro nel turismo, non può che continuare.
Vedendo Niue, comunque un paradiso tropicale unico nel suo genere, l'origine di queste tendenze è ovvia: in poche decine di minuti di macchina si può compiere un intero giro dell'isola, costeggiando una spiaggia rocciosa dove è difficile che i resort prendano piede (una fortuna?) e attraversando villaggi dove il collante che tiene unita la comunità è rappresentato dalla chiesa e gli unici mestieri possibili sono il pescatore, il prete, l'insegnante, il medico di base o l'impiegato di un minuscolo ufficio dell'altrettanto minuscolo governo.
Per chiunque voglia qualcosa di diverso, le strade sono due: accettare lo status quo e rimanere sull'isola, o prendere il primo volo per la terra delle opportunità, la Nuova Zelanda.
Ma la terra delle opportunità, che prima per gli immigrati rappresentava una casa di cioccolato per aspiranti Hansel & Gretel, un miraggio per chi viaggia nel deserto, un mondo in perenne età dell'oro dove le opportunità crescono sugli alberi, rivela anche il suo lato più inaspettato e oscuro.
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