Thursday, February 4, 2016

Baobab: un albero dalle molte leggende che deve rimanere reale

Dite acero e mi verrà in mente il Canada; dite bonsai e vi dirò Giappone; se direte sequoia penserò alle Montagne Rocciose e se invece opterete per eucalipto vi risponderò Australia, dove questi alberi sono il cibo dei koala.
Se invece volete che vi parli del Madagascar, che è un'isola talmente unica da non essere paragonabile quasi in nulla ad altri luoghi che conosco, non dovrete che dire "baobab".

Tramonto spettacolare in Madagascar (Fonte)
Ricordo di aver scoperto questo simbolo del Madagascar, nato proprio qui e poi diffusosi nel resto dell'Africa, giocando alla playstation, quando nel videogioco "Madagascar", ispirato all'omonimo film, dovevo far correre e saltare i personaggi da un ramo all'altro dell'enorme albero, fuggendo dai temibili carnivori di quest'isola, i fossa, altro argomento che su Rive avrà sicuramente modo di essere approfondito.

Oggi vorrei parlare di alcune leggende che circolano sui baobab e di un luogo dove la magnificenza di questa pianta, anch'essa difficilmente accostabile ai suoi simili, come il Madagascar stesso, permane ancora nonostante la pressione ecologica fortissima che l'isola subisce da alcuni decenni a questa parte.
Il viale dei baobab, Madagascar occidentale (Fonte)
Le leggende sull'origine del baobab
Gli strani rami del baobab, suggeriscono due leggende locali, non sono rami: sono le radici, e ce lo dicono ben tre storie:

Gli alberi, secondo una versione, erano talmente belli e lussureggianti, e al contempo vanitosi, che Dio decise di capovolgerli, mettendo le loro radici all'aria e nascondendo per sempre la loro chioma sotto terra. Dante direbbe che la loro fu superbia punita.
La stessa spiegazione alla particolare forma viene data da una storia che invece racconta della mancanza di disciplina dei baobab, i quali dopo la creazione avrebbero continuato a muoversi, o correre, e sarebbero stati piantati con la chioma verso la terra per poter finalmente rimanere fermi come ogni pianta degna di questo nome dovrebbe fare.

L'ultima versione, dove scomodo di nuovo Dante, è legata al peccato capitale dell'invidia: primi a essere creati, i baobab erano gelosi dell'altezza, dei fiori e dei frutti di altri alberi, e Dio, stanco delle loro lamentele, li piantò con le radici all'aria per...zittirli.

(Fonte)
Il viale dei baobab
L'albero della vita, così è chiamato il baobab, per via delle risorse, medicinali, di acqua e di cibo che può offrire alle popolazioni malgasce e africane, a dispetto del suo soprannome, non è ovviamente protetto dalla morte per via della deforestazione o delle degradazione del suolo, entrambi fenomeni comuni in Madagascar.

L'esempio di tutto questo si vede nel viale dei baobab, un sentiero sterrato nelle ardenti pianure del Madagascar occidentale, costeggiato da alcuni degli ultimi Adansonia Grandidieri che, a giudicare dalle foto e dai racconti dei viaggiatori, parrebbero, con i loro 30 metri di altezza, inimitabili in magnificenza ed età.
Eppure, lo spettacolo di questi giganti che torreggiano lungo la via non è che un rimasuglio delle foreste che un tempo ricoprivano l'isola, i cui alberi, altri baobab compresi, raggiungevano e forse superavano l'altezza di quelli ammirabili oggi: paradossale, quindi, come questi alberi protetti dal 2007 e sulla via per diventare monumento nazionale del Madagascar, siano solo le briciole della bellezza originaria ormai sacrificata.

Un'organizzazione non governativa locale, Fanamby, in collaborazione con Conservation International, ha sviluppato un progetto per favorire la protezione dei baobab, che con la loro bellezza e unicità sono in effetti il simbolo perfetto per una nazione altrettanto unica e bella, e soprattutto altrettanto messa in pericolo dalla malagestione delle risorse.

Gli alberi dell'amore (Fonte)
Gli alberi dell'amore: simbolo nel simbolo
Se i baobab in pericolo sono il simbolo del pericolo che corre l'ambiente del Madagascar, allora uno spettacolo della natura non lontano dal viale dei baobab è il simbolo, a sua volta, della loro resistenza.

baobab amoureux, della specie Adansonia Za, sono due alberi cresciuti intrecciati tra di loro, sui quali si narra la storia di un'impossibile storia d'amore tra due giovani appartenenti a due villaggi diversi e promessi in matrimoni che loro non avrebbero voluto. La conclusione di questa Romeo e Giulietta versione malgascia è ovviamente un vissero per sempre felici e contenti, in questo caso nella forma di due alberi intrecciati.
Tutto ciò è simbolo della resistenza nel tempo e anche ai giorni nostri: infatti, quando si scoprì che le due piante sono entrambe di sesso maschile, qualcuno pensò che dal loro amore derivasse un cattivo messaggio, chiedendone l'abbattimento. Ma i due baobab sono ancora in piedi oggi, come si spera possa essere, per lungo tempo, anche per tutti gli altri magnifici simboli del Madagascar.

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