Veduta dal satellite del delta del fiume Betsiboka |
Dagli altipiani del Madagascar centrale, il fiume Betsiboka discende verso nord-ovest fino a sfociare nel Canale di Mozambico, in un tratto di costa tropicale dove si trovano alcune delle barriere coralline più belle del continente africano.
Gran parte di quel mondo è scomparso, disboscato e sostituito da aridi savane o campi coltivati che permettono alla gente di sopravvivere: e quando le piogge bagnano questo panorama, il suolo viene eroso, finendo nel corso del Betsiboka e di tutti gli altri fiumi del Madagascar, il cui colore diventa di un intenso rosso, come a ricordare il sangue che esce da una ferita. I sedimenti vengono portati verso il mare, soffocando le barriere coralline e ostacolando la navigazione.
La deforestazione a fini agricoli, con il tempo, morde peraltro la stessa mano che l'ha nutrita: i terreni disboscati si erodono più facilmente e perdono la produttività presto, con la conseguenza che nuovi tratti di foresta devono essere eliminati. Questo avviene anche in Amazzonia, e in tutti i luoghi dove ragionando solo sul breve termine conduce a disastri...sul lungo termine.
Alba al parco nazionale di Ankarafantsika |
Si tratta del parco nazionale di Ankarafantsika, in cui trovano casa ben 8 specie di lemuri e decine di rettili tra cui anche Erymnochelys Madagascariensis, la "tartaruga dalla testa grande" del Madagascar, sconosciuta ai più ma non alla medicina tradizionale asiatica: la passione di chi trova in ogni specie rara o esotica un rimedio alle malattie o un magico fattore di benessere (talvolta perfino di crescita del pene...) è costata a questa specie e a molte altre il rischio di estinzione.
Luoghi come questi, in una Terra che sanguina ancora ovunque, sono i baluardi dove ancora scorre vita e sulle cui sponde si può ancora coltivare il futuro.
Vegetazione del parco (Fonte) |
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