Saturday, April 9, 2016

Tortuga: la terra dei pirati da Henry Morgan a Jack Sparrow

Nel Mar dei Caraibi, a nord della più famosa e paradisiaca Hispaniola, l'isola che ospita le nazioni di Haiti e della Repubblica Dominicana, giace un'isola rocciosa, dalla natura dura come la corazza di una tartaruga (a cui deve il nome), raggiungibile solo da uno stretto porto naturale.
Ecco a voi Tortuga, difficile da approcciare e da possedere, per questo la perfetta roccaforte per un mondo ai limiti della legge ma al centro della storia dei Caraibi e delle sue storie migliori: quello dei pirati.

Capitan Jack Sparrow e Gibbs in una locanda di Tortuga ne "I Pirati dei Caraibi"















Storia di Tortuga
Ma come è arrivata Tortuga ad essere il rifugio dei peggiori (o migliori?) pirati e fuorilegge che operavano nei Caraibi?
Tutto iniziò quando venne occupata dai primi coloni spagnoli nel 1492, un anno che segnò l'inizio del dominio delle potenze iberiche nei mari del Nuovo Mondo. Oltre cent'anni dopo, la concorrenza di Francia, Inghilterra e Olanda riempì i mari, oltre che di navi, schiavi e cercatori di fortune, anche di pirati più o meno autorizzati, i "bucanieri". Il loro nome, buccaneers, deriva da bacon-eers, dai cacciatori di cinghiali che furono i primi coloni stabili delle potenze anglo-francesi a Tortuga, e che si legarono alla pirateria man mano che essa, paradossalmente, veniva non solo tollerata, ma anche incoraggiata dai nemici degli spagnoli.

Tra il 1625 e il 1654, l'isola passò infatti di mano tra gli schieramenti anglo-francesi e quello spagnolo per ben 7 volte. In uno di questi capovolgimenti, la presa di Fort Rocher da parte della Spagna, centinaia di bucanieri furono deportati nelle piantagioni dell'isola di Hispaniola.

Rovine a Tortuga (Fonte)


Henry Morgan: il re dei pirati che partì da Tortuga
Uno dei bucanieri più famosi della storia, Henry Morgan, nacque povero in Galles, divenne ricco come pirata partendo da Tortuga e concluse, ancora più ricco, come un uomo politico al servizio della corona inglese in Jamaica.

Da Tortuga, che nella seconda metà del '600 era al centro dell'Epoca d'Oro della Pirateria, Morgan non solo lanciò la sua carriera da bucaniere ma, una volta raggiunto il prestigio e il comando di una personale flotta, salpò per una delle sue spedizioni più importanti. Questa lo condusse all'attuale città di Camaguey, Cuba, da cui ricavò ben 50 000 pezzi da 8, una delle monete più diffuse dell'epoca (approfondita più in fondo all'articolo).

La fama di Morgan è legata anche ad altre imprese: le sue vittorie contro gli spagnoli a Maracaibo, a Gran Granada (dopo aver attraversato svariati chilometri di giungla tropicale del Nicaragua) e a Panama.
Eredità di quest'uomo fu anche uno dei più complessi codici pirateschi: tra i divieti, quello di disertare la battaglia, di condurre donne sulle navi, tra i diritti quelli di equa distribuzione delle ricchezze, alcool compreso, tra i membri dell'equipaggio.
I giuramenti di fedeltà a queste regole, come negli altri codici pirateschi, erano ratificati su una Bibbia oppure su spade, pistole o teschi.

La battaglia di Maracaibo in un'illustrazione
Giunto all'apice di questo successo, Morgan finì vittima delle stesse circostanze che a fine '600 avrebbero decretato la fine dell'Epoca d'Oro della Pirateria anche a Tortuga: la pacificazione tra Francia e Spagna, e il divieto per ogni cittadino inglese di navigare sotto bandiere diverse da quella britannica, misero di fatto fuori legge tutte le attività dei bucanieri.
Morgan non scomparì dalla scacchiera dei mari: potente e ricco, sarebbe diventato un nemico scomodo per gli inglesi, e fu nominato Governatore della Jamaica, finendo per eseguire gli ordini della Corona che gli chiedevano di ripulire i Caraibi dai bucanieri, di cui lui un tempo era stato il più grande condottiero.

Pirati dei Caraibi a Tortuga tra finzione e realtà
C'è sicuramente del vero nella rappresentazione Hollywoodiana di Tortuga come un ricettacolo di fuorilegge, marinai di dubbia professionalità, prostitute e pirati di ogni tipo. La simpatica scena qui sotto, tratta dal film, mostra un lato in fondo realistico dell'isola.



Sebbene la Tortuga cinematografica non tenga conto del legame di dipendenza che i bucanieri avevano nei confronti delle tolleranti potenze di Inghilterra e Francia, molti altri riferimenti storici dei Pirati dei Caraibi sono azzeccati.
Ad esempio, i "pezzi da 8", monete d'argento che per esempio i 9 Pirati Nobili devono riunire per liberare la dea del mare Calypso dalla sua forma umana, sono davvero esistiti, e in una sola spedizione, come già detto, Morgan ne ottenne a decine di migliaia, essendo le monete più diffuse nel '600: nel film, tuttavia, i Pirati Nobili sostituiscono le monete con oggetti di basso valore, come un tagliasigari o una carta da gioco.

In ogni caso, ai nostri giorni, l'unico retaggio dell'epoca in cui i bucanieri solcavano indisturbati e inattaccabili il mare attorno a Tortuga rimane nei film e nei souvenir per i turisti: oggi sono loro a scrivere una nuova storia per la piccola isola dello stato di Haiti...ancora una volta, così difficile da approcciare e possedere, eppure così generosa con chi la sa apprezzare.

Costa di Tortuga (Fonte)


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