Rabaul: la vista sul vulcano Tavurvur e sul Pacifico |
Fondamentalmente, sarebbe proprio così se, al di là della splendida Blanche Bay, della cornice dei monti vicini, della vegetazione e dei coralli, dimenticassimo che Rabaul si trova letteralmente all'interno di un cratere vulcanico.
Non immaginatevi una cittadina che galleggia sulla lava, perchè chi decise di edificare un villaggio qui non arrivò, ovvio, a questo livello di ambizione fantascientifica: ma sicuramente trascurò il fatto che il sito dove oggi sorge Rabaul si trovava dentro una caldera, vale a dire un'ampia depressione formata dallo sprofondamento di un vulcano dopo un'eruzione catastrofica.
L'enorme caldera di Rabaul si formò con due eruzioni, una attorno al 1500 a.C. e l'altra attorno al 600 d.C.: oggi, essa è in parte coperta dalle acque della Blanche Bay, ma nella zona ancora emersa, oltre ai resti della cittadina, si trovano ancora due vulcani attivi e pericolosi: Tavurvur e Vulcan, che nel 1994 liberarono tutta la loro forza, riducendo un vivace centro come Rabaul da una popolazione di 20 000 abitanti a non più dei 4000 attuali. Come è accaduto?
Rabaul ricoperta di cenere |
La gente, infatti, già sensibilizzata ai rischi di una vita sotto (e dentro) un vulcano, abbandonò le proprie case, 19 ore prima che, dai vulcani Tavurvur e Vulcan milioni di metri cubi di cenere venissero scagliati verso il cielo, oscurando il sole e piombando a terra sotto forma di una pesante pioggia.
L'80 % degli edifici cittadini crollò a causa del tremendo peso a cui essi furono sottoposti, annientando di fatto la città.
La nube vista dall'interno dell'isola |
Dopo l'eruzione, il capoluogo della provincia della Nuova Britannia orientale, prima Rabaul, venne spostato ad un'altra città, e qui, in questa città martoriata prima dalla colonizzazione, poi dalla guerra, e poi dai vulcani, la rinascita è stata molto lenta, anche perchè il Tavurvur continua a destare preoccupazioni: nel 2006, eruttò una nube di cenere alta 18 km che, fortunatamente, fu spazzata dai venti verso il Pacifico.
La nube del Tavurvur (2006) vista dallo spazio |
La nascita di questo centro è dovuta ai tedeschi, che alla fine dell'800 governavano la Papua Nuova Guinea e fondarono Rabaul (un termine che significa "mangrovia" nella lingua Kanua, parlata dagli indigeni Tolai che vivono nel luogo) con il nome originale di Simpsonhafen.
Probabilmente, gli europei si concentrarono sul valore strategico di questo villaggio commerciale, trascurando il rischio vulcanico al quale il luogo era soggetto, ma già nel 1937, quando Rabaul era passata in mano australiana, lo spettro della catastrofe si paventò: durante un'eruzione, morirono 507 tra indigeni e coloni australiani, tanto che il centro rimase quasi del tutto disabitato fino alla conquista giapponese del '42. Negli anni della guerra, a Rabaul arrivarono più di 110mila soldati nipponici, e la base navale raggiunse dimensioni colossali.
Bombardata in due occasioni e lentamente ripresasi dopo il conflitto, Rabaul diventò un discreto centro turistico, fino a che gli inconvenienti dovuti alla sua posizione tornarono con violenza nella vita di tutti.
A quanto pare, l'importanza prima commerciale e poi militare di questo posto è sembrata sufficiente a giustificare la presenza di un popoloso centro che, ancora oggi, sopravvive coraggiosamente...sotto e dentro un vulcano.
Coralli nella Blanche Bay, davanti Rabaul. L'ambiente marino, che sta piano piano tornando ad attrarre turismo, si è ripreso ancora prima di quello umano |
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