Kiribati

Nonostante il loro nome sia pressoché sconosciuto, nonostante le loro minuscole dimensioni e nonostante un isolamento geografico che le rende tutt'ora molto difficili da raggiungere, le Isole Kiribati (da pronunciarsi Kiribas) hanno molto da raccontare.
La Repubblica delle Kiribati (Ribaberiki Kiribati nel dialetto locale) è infatti l'unico paese del mondo a estendersi in tutti i 4 emisferi, il primo a vedere l'alba del nuovo giorno sulla Terra e, nonostante i numerosi problemi ambientali che si sono presentati negli ultimi decenni, l'ambiente degli atolli, come ad esempio quelli della Fenice, rimane invidiabilmente bello e affascinante.

Bandiera delle Kiribati
Bandiera delle Kiribati
Popolazione: 104 000
Capitale: Tarawa Sud, atollo di Bairiki (51mila residenti)
Macroregione: Micronesia & Polinesia
Status politico: Repubblica parlamentare


                              Storia delle Isole Kiribati
Attorno al 1000 a.C., le prime popolazioni umane, di etnia micronesiana, approdarono negli atolli orientali delle Kiribati (le isole Gilbert o Tungaru), e nei secoli successivi raggiunsero gli atolli centrali (le Isole della Fenice) e quelli occidentali (le Sporadi Equatoriali, dove spiccano gli atolli di Tabuaeran e Kiritimati).
Ad esse, nel corso del tempo, si sovrapposero anche alcuni invasori Polinesiani e pochi navigatori dalla Melanesia, ma l'integrazione si rivelò rapida e pacifica.
Di questo periodo, gli unici resoconti sono i racconti orali o le leggende tradizionali, a causa dei pochi reperti e della totale mancanza di fonti scritte.

Spada realizzata con capelli e denti di squalo
Spada realizzata con capelli e denti di squalo
Dalla fine del '500, esploratori e cacciatori di balene iniziarono a solcare le acque del Pacifico centrale, avvistando e facendo tappa occasionalmente alle isole, anche se la vita degli indigeni non cambiò.
La vigilia di Natale del 1777, il capitano James Cook scoprì l'atollo di Kiritimati, denominandolo "Isola del Natale", e nel 1788 il capitano T. Gilbert mappò gli atolli: in suo onore, nel 1820, gli atolli orientali delle Kiribati furono chiamati "Isole Gilbert".

Dalla metà dell'800, le isole iniziarono ad essere regolarmente visitate dai missionari, e, verso il 1870, il noto scrittore Robert Louis Stevenson passò alcuni mesi tra i nativi dell'atollo di Abaiang, ispirandosi qui per alcuni dei suoi racconti.
Nel 1892, assieme alle Isole Tuvalu (allora note come Isole Ellice), furono ridotte a protettorato della corona inglese.

Postazione di artiglieria,  laguna di Tarawa
Postazione di artiglieria,
laguna di Tarawa
Le Kiribati soffrirono particolarmente la seconda guerra mondiale: trovandosi esattamente al centro del Pacifico, i loro atolli furono teatro di violentissimi scontri tra i giapponesi, i primi a occupare le isole nel '42, e gli statunitensi, che solo nel '44, dopo le battaglie di Tarawa e Makin, riuscirono a cacciarli. Tutt'oggi, soprattutto nell'atollo di Tarawa, è possibile trovare numerosi reperti risalenti alla guerra, come bunker giapponesi, postazioni di artiglieria abbandonate e addirittura alcuni carri armati.
Dove oggi i bambini giocano fingendo la guerra, i loro nonni videro le loro case distrutte da strani invasori che trattavano le loro isole come basi per le loro guerre.

Dopo la guerra, il protettorato inglese non introdusse nessun cambiamento sostanziale, concedendo poi l'indipendenza nel 1979, anno in cui è terminato anche lo sfruttamento delle miniere di fosfati.

                          Geografia & Ambiente di Kiribati
  Kiritimati
L'atollo di Kiritimati
La Repubblica delle Kiribati include l'isola corallina di Banaba e tre arcipelaghi di atolli: quello occidentale, su cui abita la grande maggioranza degli abitanti, è quello delle Isole Gilbert. L'arcipelago centrale, protetto come riserva marina, è quelle delle Isole della Fenice, mentre a est si estende l'arcipelago delle Sporadi Equatoriali, che include Kiritimati, l'atollo più grande della Terra, e alcune isole disabitate sotto il controllo americano.

La caratteristica che accomuna gli atolli, fatta eccezione per l'isola di Banaba, è il suolo calcareo, costituito dai resti degli antichi coralli, la presenza di una laguna racchiusa al loro interno e la vegetazione, lussureggiante ma limitata a poche specie di piante e alberi.

Tarawa Sud 
Vista dell'atollo-capitale, 
Tarawa Sud
Banaba, invece, un'isola corallina sollevata che ricorda Niue, è stata intensamente sfruttata fino al '79 per la presenza di fosfati nel suo sottosuolo, ed è considerata uno dei terreni più ostili sulla terra per l'agricoltura, visto il suolo roccioso.

Il clima delle Kiribati è equatoriale, moderato dai venti dell'oceano e con temperature stabili attorno ai 30°C tutto l'anno. Le Sporadi Equatoriali sono in genere meno piovose rispetto agli altri due arcipelaghi.

Bokikokiko, isola di Kiritimati 
Un Bokikokiko
La fauna delle Kiribati si limita a pochi animali di terra, di cui uno solo endemico, l'Acrocephalus aequinoctialis, in lingua locale Bokikokiko, un passero di Kiritimati.
L'uccello nazionale, non endemico delle isole ma comunque intriso di grandissimo valore culturale e ambientale (tanto da essere rappresentato nella stessa bandiera delle isole), è la Fregata Magnificens, in italiano Fregata Magnifica, diffusa anche in molte altre isole dell'Oceania.
Numerose invece le specie di pesci (le Kiribati sono state definite "l'Arabia Saudita del pesce) e di altri animali marini, come le tartarughe e i crostacei.

Phoenix Reefs
La barriera corallina delle 
Isole della Fenice,
tra le più ricche della terra
Purtroppo, la conformazione fisica degli atolli soffre particolarmente la possibilità di un cambiamento climatico terrestre. Se il livello dell'oceano Pacifico salisse di poche decine di centimetri, infatti, gli atolli diverrebbero inabitabili, a causa delle frequenti inondazioni, che già negli ultimi tempi hanno colpito duramente le isole.
A tale proposito, spesso ci si è riferiti agli abitanti delle Kiribati come ai primi rifugiati "climatici" del mondo, benché l'inondazione delle isole non sia scontata: degli studi condotti recentemente hanno evidenziato come gli atolli, essendo costituiti da corallo e roccia corallina, possano opporsi al crescente livello del mare, arrivando addirittura a crescere in dimensioni nel corso dei decenni. Inoltre, la coltivazione lungo le coste di foreste di mangrovie e delle oculate politiche per controllare l'erosione delle coste possono aiutare gli abitanti a preservare l'abitabilità delle loro isole.
Tuttavia, il livello del mare non è l'unico problema ambientale che le isole Kiribati sono costrette a fronteggiare. Tra gli altri c'è l'inadeguatezza dello smaltimento dei rifiuti e soprattutto il sovra-sfruttamento delle falde acquifere, al quale si stanno cercando soluzioni sostenibili negli ultimi anni.

Kiribati Village
Le capanne in un villaggio tradizionale 
                                La capitale: Tarawa Sud
La capitale amministrativa delle isole Kiribati è considerata l'atollo di Tarawa Sud, dove abita oltre la metà degli abitanti. In particolare, la popolazione risiede nell'isola di Bairiki, dove si trova il parlamento, e nell'isola di Betio, che accoglie 22mila residenti ed è così densamente abitata da essere stata chiamata "HongKong d'Oceania".

                          Cultura & Società delle Isole Kiribati
Molti secoli di isolamento dal resto del mondo hanno prodotto a Kiribati una cultura unica, che ha alcune caratteristiche in comune con quelle delle altre isole del Pacifico ed altre del tutto endemiche.

La società delle Kiribati, le cui fondamenta sono le stesse in tutte le isole del paese, si è caratterizzata nella storia per la centralità della vita di comunità, per un'economia di sussistenza che dipende in maggioranza dai prodotti dell'oceano e per il sistema del Maneaba. 
 Atollo di Beru
Maneaba, atollo di Beru
Letteralmente, un maneaba consisterebbe in uno spazio rettangolare posto al centro del villaggio per il ritrovo degli abitanti e spesso coperto da una struttura di legno e foglie, ma in senso generale, si intende il complesso di convenzioni che regolano la vita di comunità. In particolare, i capi-villaggio (Unimwane nella lingua locale), erano gli uomini più stimati e potenti degli atolli.

A questo punto, è necessario specificare che l'importanza del maneaba e dei capi-villaggio, ancora forte negli atolli minori, è andata scemando nel popoloso e più moderno centro di Tarawa, dove il governo è retto dal presidente come nelle democrazie occidentali: questo, tuttavia, non significa che la tradizione isolana sia stata dimenticata.
Infatti, la comunità tributa ancora grandissimo rispetto agli anziani, la condivisione delle risorse all'interno dei centri abitati, per quanto faticosa, è ancora praticata e le feste come i botaki, organizzate per il primo compleanno di un figlio, sono ancora molto sentite.

Altre tradizioni molto legate alla cultura di Kiribati sono le canzoni (te anene) e le danze in costume (te mwaie).

Gruppo di danzatori
Gruppo di giovani danzatori 
Le due lingue ufficiali sono l'inglese, riservato agli ambiti formali, e il Gilbertese, che a Kiribati si chiama Taetae ni Kiribati, ed è un esempio unico di una lingua con caratteristiche sia polinesiane che micronesiane.

Chiesetta nel bosco di palme   
Chiesetta nel bosco di palme
La religione svolge un ruolo fondamentale nell'unità della comunità, tanto che oltre il 95 % della popolazione è Cristiano, soprattutto congregazionalista o cattolico, e le cerimonie domenicali e festive sono sempre molto frequentate.

La cultura polinesiana, come accaduto anche nel resto del Pacifico del Sud, ha influenzato molto la nuova religione, tanto che spesso si è parlato di "Cristianesimo Polinesiano": accanto alle dottrine della Cristianità, infatti, sopravvivono riti tribali come il culto degli antenati e degli spiriti.



Spiaggia dell'isola di Bonriki, atollo di Tarawa Sud
Spiaggia dell'isola di Bonriki, atollo di Tarawa Sud

ARTICOLI SULLE ISOLE KIRIBATI

La cattura delle Murene a Kiribati

Il Bokikokiko, un passero nel mezzo del Pacifico


No comments:

Post a Comment

Che ne pensi? Lascia un commento! PLEASE DON'T POST SPAM.